Storia della villa
Residenza dei Grimaldi fino al 1907, assume la connotazione attuale, con elementi liberty, grazie all’alto prelato Mostaccio che la restaura per le nipoti, le tre “signorine Mostaccio”.
Il tema delle tre si ritrova nei sedili di pietra del giardino, nelle scale per accedervi e negli ampi finestroni vista golfo.
La struttura presenta, in maniera inequivocabile, il trascorrere dei secoli e le modifiche che le sono state apportate. Dalla piccola chiesetta medievale con croce in pietra fino all’attuale definizione.
Il feudo si compone di due corpi, il primo era la residenza del “signore” con la casa patrizia e le dépendance, un tempo casa del forno e carbonaia; l’altra, la parte masserizia, nella quale si autoproduceva tutto quello del quale il signore poteva avere bisogno: dal miele ai conigli, i polli, i colombi, asini, maiali, vacche, etc..
Limitrofe al corpo principale troviamo ancora oggi le scuderie, dove venivano alloggiati in appositi spazi i cavalli e le pecore.
la nostra filosofia
Gli elementi naturali sono il filo conduttore sia del restauro della struttura sia delle attività che si svolgeranno nell’agriturismo.
Il restauro è stato condotto con elementi come il legno, il cotto fatto a mano, il ferro, la pietra (come ad esempio la pietra pece, tipica della zona iblea). Questi materiali contribuiscono a creare un’atmosfera calda, accogliente, tradizionale.
Fra le attività proposte il contatto con la natura diventa fattore caratterizzante, come per esempio lo yoga sul prato, baciati dal sole e accarezzati dalla brezza.